Gli arresti e le deportazioni avvennero soprattutto tra i primi giorni di dicembre del 1943 (la razzia del 5 dicembre) e l’estate del 1944, ma proseguirono fino ai primi mesi del 1945. Particolarmente doloroso fu l’arresto dei 21 ospiti della Casa di Ricovero Israelitica, avvenuto il 17 agosto 1944: tra loro anche il vecchio rabbino Adolfo Ottolenghi, che volle seguire la sorte dei propri correligionari. Tutti vennero avviati in carri blindati per lo più ad Auschwitz-Birkenau.
Diciotto mesi durò la persecuzione nazifascista, durante i quali, malgrado i pericoli, la vita ebraica nel ghetto continuò, mentre non mancò, talora, l’aiuto dei non ebrei e della chiesa. Furono 246 gli ebrei veneziani catturati e deportati tra il 1943 e il 1944. Una lapide ricorda per sempre i loro nomi in Campo del Ghetto Nuovo, insieme al monumento che lo scultore Blatas ha dedicato alla Shoà.
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